IL FANTANUOTO
Lo sviluppo mentale del bambino va di pari passo con lo sviluppo motorio. Nei primi anni di vita il bambino percepisce il suo esterno quasi esclusivamente attraverso i sensi, analizzando tutto con il metro di un'unica sensazione: il piacere, la gradevolezza. In più ogni sollecitazione sensoriale crea nei bambini un nuovo bisogno e quindi la necessità di soddisfarlo, che a sua volta comporta l'acquisizione di nuove conoscenze. È dunque ovvio che ogni sollecitazione provocata da un bisogno, stimola la ricerca della soddisfazione e quindi l'arricchimento del bagaglio cognitivo. Se ciò è valido in ambiente terrestre, si pensi in acqua dove gli stimoli e le possibilità sono a 360°. Un altro merito dell'esperienza acquatica è quello di permettere al bambino non solo di conoscere l'acqua, ma soprattutto di conoscere sé stesso in acqua. È importante a questo proposito che un bambino che frequenta la piscina, almeno fino ai 6/7 anni di età, non debba solo imparare a nuotare (cioè ad eseguire perfettamente gli stili), ma abbia anche la possibilità di sviluppare un buon rapporto con l'acqua, raggiungendo l'autonomia, frutto di una ricerca sul proprio corpo. La pratica motoria non è un qualcosa di già definito e codificato, in cui il rapporto istruttore-bambino si basa sulla mera trasmissione di tecniche dal primo al secondo, ma un percorso basato sulla ricerca, che si rinnova ad ogni lezione. Alla base della ricerca c'è sempre e comunque l'interesse, la motivazione, senza la quale non si può avere le tensione tonico-emozionale necessaria ad ogni apprendimento.

COS'È IL FANTANUOTO
Il fantanuoto è una metodologia didattica studiata per l'ambiente acquatico, che costituisce il naturale completamento della formazione psicomotoria.
Le attività e le prove costituiscono momenti significativi di una esperienza fantastica, la cui meta è l'acquisizione dell'acquaticità
e dalla capacità motoria in acqua. L'impegno che il bambino pone per realizzare l'acquaticità, lo porta a conoscere il proprio corpo, a
saperlo usare e padroneggiare da solo od in mezzo agli altri. L'attività motoria svolta secondo questo sistema consente di allargare il numero delle esperienze
del bambino, considerato nella sua unità e totalità morfologica, funzionale, intellettiva, affettiva e sociale. Va quindi ricercato il
miglioramento di tutte le sue potenzialità e non solo di quelle più specificamente natatorie. Infatti oltre al raggiungimento delle
finalità didattiche, di tipo specifico come l'ambientamento in acqua, la capacità di galleggiamento o altre, devono essere perseguiti
importantissimi obiettivi formativi di carattere generale, come ad esempio lo sviluppo dell'autostima, della socializzazione, l'accettazione dell'insuccesso,
la capacità di superare le difficoltà e lo sviluppo di una corretta immagine motoria. Dunque costituiranno fine prevalente del fantanuoto la
padronanza corporea, la socialità, le abilità di base trasferibili nella quotidianità.
Nel periodo dai 2 ai 5 anni il bambino dispone di un potenziale psicomotorio che può essere largamente influenzato dagli interventi educativi che si
occupano di psicomotricità ed è quindi questa la finestra decisiva per il suo sviluppo psicosomatico. La coordinazione base di ogni apprendimento
motorio, è strettamente dipendente dal sistema nervoso centrale, che raggiunge una parte consistente del suo sviluppo verso i 4/5 anni, quindi è
proprio in questa età che si comincia ad avere una base coordinativa sufficiente per iniziare le operazioni di apprendimento delle tecniche natatorie.
Inoltre non dispone di una vera e propria capacità di astrazione e pertanto non è in grado di rappresentarsi mentalmente, in maniera definita,
il movimento da eseguire. Altro fatto da tener presente è la ridotta capacità di attenzione, condizionata essenzialmente da motivazioni di tipo
ludico. Partendo da tutti questi presupposti, è necessario definire un concetto di ambientamento un po' diverso da quello tradizionale, comunemente
inteso come eliminazione della paura e del fastidio dell'acqua, un ambientamento basato sul gioco spontaneo e sul gioco di fantasia.
Ciò consente al bambino un approccio globale all'attività proposta, in cui le soluzioni personali e creative non sono elemento di disturbo delle
regole dell'attività, ma stimolo positivo per sé, per gli altri bambini e per l'istruttore. Le metodologie e le strategie di approccio sono tese
ad evitare forme di rifiuto e specializzazioni precoci, mirando anche allo sviluppo armonico della personalità del bambino. L'attività in
piscina è infatti in questa fase finalizzata allo sviluppo delle abilità motorie di base.

RAPPORTO ISTRUTTORE BAMBINO
Per i bambini piccoli che per la prima volta arrivano in piscina, il rapporto con l'insegnante è importantissimo. L'istruttore dovrà essere riconosciuto come figura rassicurante, non autoritaria e nel contempo sicura; una guida in grado di cogliere i messaggi, le idee, gli spunti che i bimbi stessi spesso propongono. Si è detto che il gioco è l'elemento di maggior importanza, ma dovrà essere un gioco finalizzato; l'istruttore avrà ben chiari gli obiettivi da perseguire e sarà in grado di adattare i giochi alle situazioni ed ai tempi di apprendimento dei piccoli alunni. Per i bimbi non esiste una conoscenza se non c'è prima il desiderio di conoscere. Questo desiderio può e deve essere stimolato. Il desiderio di fare e di essere nasce dalle persone che gli stanno intorno e dalle quali assorbono lo stato. Essere nell'acqua insieme permette il libero flusso delle sensazioni fisiche, è un momento per conoscersi; il bimbo riesce ad avere una migliore percezione di sé ed ad accrescere le sue possibilità di apprendimento. Da questo rapporto empatico che si crea, è possibile, attraverso le svariate forme di contatto che l'acqua agevola, arrivare non solo a capire cosa prova il bambino, ma a trasmettergli la propria sicurezza e la propria disponibilità ad accettarlo per come è. Gli allievi in tenera età hanno inoltre bisogno di sentirsi continuamente incoraggiati e stimolati; questo spingerà il bambino ad aver maggior fiducia in se stesso e a tentare nuove difficoltà.
LA FANTASIA AL POTERE
Al CSI nuoto pensiamo che l'arma dal maggior potenziale a disposizione, quando si tratta con i bambini, sia l'immaginazione. Si tratta di un potere enorme in grado di sviluppare ogni tipo di situazione ed ambiente. Lo sfondo integratore è uno strumento che comunemente usiamo all'interno delle nostre lezioni, uno strumento che permette di raccordare ed intrecciare percorsi e competenze diverse, favorendo l'acquisizione di una continuità spaziale e temporale: è fondamentalmente una struttura di connessione narrativa. Nella pratica educativa lo sfondo integratore coincide con la creazione di narrazioni, elaborate insieme al gruppo dei bambini, allo scopo di favorire una percezione condivisa della situazione e di facilitare, attraverso l'elaborazione proprio di significati condivisi, i processi comunicativi fra il gruppo di bambini e fra questi e gli adulti educatori. Lo sfondo integratore motiva i bambini, favorendo il raccordo fra l'elemento affettivo e quello cognitivo. La soddisfazione della fantasia avviene attraverso la proposta di storie, che nel loro evolversi riassumono le abilità motorie apprese in acqua.
OBIETTIVI SPECIFICI
Gli obiettivi prettamente natatori che perseguiamo in questi corsi sono: autonomia e sicurezza in acqua, immersione dell'intero corpo, apertura di occhi e bocca sott'acqua, rilassamento, educazione respiratoria, galleggiamenti assistiti ed autonomi, scivolamenti assistiti ed autonomi, corretta posizione in acqua, percorsi subacquei, battuta di gambe a stile e a dorso, salti e tuffi nell'acqua.